È quella di un Paese spaccato in due l’immagine emersa da una nuova recente indagine di Toluna. Divisivo il tema della sostenibilità: la ricerca, che nel luglio 2023 ha interpellato 1000 partecipanti rappresentativi della popolazione italiana, ha, infatti, riconsegnato una segmentazione basata sulla sensibilità e l’impegno verso i temi ESG che vede non soltanto i nostri connazionali distinguersi in “attenti” e “disinteressati”, ma più precisamente in quattro cluster (più uno). Al centro della survey anche il vissuto e gli atteggiamenti dei consumatori, nonché l’impatto dei fattori di sostenibilità sulle aspettative riposte nei brand. Ecco i principali insight.
Impegno e propositività: le dichiarazioni
Tre quarti degli italiani assicurano di conoscere i temi ESG e l’80% sostiene di provare soddisfazione nel compiere scelte socialmente responsabili. L’atteggiamento che emerge dal sondaggio, difatti, è propositivo: la maggioranza asserisce di essere disposta con piacere a spendere di più se il prodotto scelto è rispettoso dell’ambiente (63%) e di sentire piacere nel fare la differenza all’interno della comunità (67%).
Mentre la raccolta differenziata è la principale attività a testimonianza di questo impegno, svolta regolarmente dall’85% dei rispondenti, azioni più onerose mostrano percentuali via via minori: il 65% afferma di limitare l’uso della plastica, il 52% e il 51%, rispettivamente, riciclano farmaci scaduti e vestiti, il 42% acquista prodotti italiani o a chilometro 0 abitualmente, il 34% sceglie alimenti provenienti da coltivazioni o allevamenti sostenibili e il 30% usa regolarmente energia rinnovabile.
I brand deludono le aspettative green
Appena il 9% dei partecipanti si dichiara molto convinto della crescente attenzione delle aziende per il proprio impatto sociale e ambientale, contro un 39% che si limita a definirsi “abbastanza” certo. 8 italiani su 10, infatti, non sono in grado di citare brand che rispecchino i loro stessi valori in materia ESG, mentre alle poche aziende menzionate vengono associate ragioni poco caratterizzanti, come confezioni riciclate, riduzione degli imballaggi, filiere controllate e mobilità elettrica.
Eppure gli intervistati hanno priorità e richieste ben specifiche per i brand, come il sostegno all’uguaglianza di genere e l’uso di energia rinnovabile e di materiali di provenienza responsabile, desideri di oltre 7 italiani su 10. Importanti anche la riduzione della carbon foot print (69%), pratiche di lavoro etiche (68%), la lotta al cambiamento climatico (67%) e l’inclusività della forza lavoro (64%).
Italiani e sostenibilità: un identikit
L’indagine rivela, però, un Paese frammentato: sebbene il 53% dei rispondenti possa essere classificato come attento al tema sostenibilità, un altro 47% si dimostra per lo più disinteressato. Nello specifico, la survey ha individuato quattro cluster, più uno minore ma in potenziale sviluppo.
Il gruppo degli attenti è formato da “chic” (26%), “green life balance” (22%) e “ambassadors” (5%), così caratterizzati:
I disinteressati, invece, si dividono in categorie ribattezzate “not for me” (24%) e “zero assoluto” (23%):
Scarica il report per scoprire tutti gli insight della ricerca.