Pubblicato Jan 19, 2023
Originariamente pubblicato da Research Live.
Il mondo odierno è sempre più multilingue. La popolazione di ogni paese è oramai composta da persone con background differenti, che per peculiarità regionali (in grandi paesi come l’India, ad esempio) o a causa dei fenomeni migratori e della conseguente formazione di sottopopolazioni (come le comunità ispanofone statunitensi) si esprimono in lingue diverse.
In queste società poliglotte un significativo contributo alla semplificazione della vita di tutti i giorni è arrivato dalla tecnologia, grazie allo sviluppo e alla diffusione di tool di traduzione. Servizi web, traduttori basati sulla voce o componenti aggiuntivi che traspongono in modo automatizzato e in tempo reale i testi presenti sul browser sono strumenti perfetti per la quotidianità e per favorire la comunicazione tra comunità. Le sfumature della lingua, però, possono rappresentare una sfida per il settore delle ricerche di mercato.
Questo pone l’industry davanti a un interrogativo: agli intervistati che utilizzano un traduttore automatico in fase di compilazione di un questionario dovrebbe essere permessa la partecipazione alla ricerca? Per rispondere a questa domanda è necessario considerare tre potenziali elementi di criticità: l’accuratezza dei dati, l’inclusività e l’attività fraudolenta.
Accuratezza dei dati
Una caratteristica fondamentale di un’indagine di mercato efficace è la comprensione delle domande da parte di tutti i rispondenti in modo univoco. È per questo importante una precisa scelta delle parole da utilizzare: le sfumature di linguaggio potrebbero determinare differenze rilevanti. Chi, almeno una volta nella vita, ha utilizzato un traduttore automatico sa che la qualità dei risultati è tutt’altro che perfetta. Nel lavoro di ricerca, queste potenziali inesattezze potrebbero impedire la corretta comparazione delle risposte o provocare distorsioni del linguaggio, riconsegnando espressioni più “tendenziose” rispetto alla formulazione neutra e attentamente studiata del testo originale. Ciò potrebbe portare all’insorgere di pregiudizi da parte dei partecipanti e indurli a rispondere in modo discordante da come avrebbero replicato in lingua originale.
Inclusività
L’esclusione di intervistati che dispongono di una funzione di traduzione automatizzata attiva sul proprio device potrebbe mettere a rischio la rappresentatività del campione di ricerca. Verrebbero, infatti, estromessi rispondenti con determinati background, demografiche, fattori socioeconomici, comportamenti e atteggiamenti che potrebbero essere eterogenei rispetto a quelli di chi conosce la lingua utilizzata nella survey, impedendo così a sottopopolazioni chiave per il mercato da indagare di essere adeguatamente raffigurate all’interno della ricerca.
Frode
Tuttavia è necessario tenere in considerazione che i tool di traduzione automatica sono utilizzati anche da utenti malintenzionati che accedono ai sondaggi da paesi stranieri. La tecnologia permette loro di capire i quesiti pur non parlando la lingua in cui sono stati predisposti e passare inosservati, selezionando risposte semi-logiche che superano i test di qualità più basilari dei questionari, come le domande trabocchetto.
La decisione di escludere alcuni rispondenti dev’essere presa con accuratezza e consapevolezza. In un’epoca in cui bisogna competere per assicurarsi il tempo e l’attenzione degli intervistati, possiamo infatti permetterci di non includere qualcuno solo se tale azione compromette la qualità e l’integrità dei dati. In questo preciso caso, il rischio di domande fraintese o utenti fraudolenti supera per importanza quello derivante da una minore rappresentatività e inclusione.
A garanzia della precisione dei risultati e della genuinità del campione di popolazione, quindi, dovrebbe essere impedita la compilazione della survey a coloro che utilizzano tool di traduzione automatica. Qualora si desiderasse una piena rappresentanza della popolazione, invece, i questionari dovrebbero essere preparati in molteplici lingue per lo stesso mercato, così da assicurare la partecipazione delle sottopopolazioni chiave.
Sebbene la tecnologia sia stata un incredibile facilitatore per la velocità, l’agilità e la scalabilità degli insights, una fonte di informazioni oggi insostituibile per la definizione delle strategie di business, è necessario essere pienamente consapevoli dell’influenza che i progressi tecnologici possono avere sulla qualità dei dati. L’industry, infatti, non dovrebbe mai perdere di vista il maggior beneficio che è in grado di offrire alle imprese: l’accesso a informazioni utili per il management e il decision-making. E solamente insights di qualità lo rendono possibile.