Italiani e finanza: gli insights di Toluna su abitudini, preferenze e tendenze del settore

Pubblicato Dec 07, 2022

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Lo scorso 10 novembre, in occasione dell’evento Toluna Insights Leaders Breakfast svoltosi a Milano, abbiamo presentato e analizzato insieme ai partecipanti gli insights emersi da una recente ricerca volta a indagare le scelte e le abitudini degli italiani in materia finanziaria.

L’indagine, svoltasi nel mese di ottobre, ha interessato un panel di 1000 rispondenti online rappresentativi della popolazione italiana, coinvolgendo persone responsabili o co-responsabili in famiglia della gestione finanziaria, bancaria e assicurativa e già clienti di banche e/o agenzie assicurative. Ecco ciò che è emerso relativamente ad alcuni dei principali temi di attualità nel settore.

La cornice: pessimismo, apprensioni e cautele

La ricerca di Toluna si contestualizza in un Paese generalmente pessimista verso il futuro e preoccupato per la propria situazione finanziaria. Secondo gli insights evidenziati dal Barometro globale di Toluna dello scorso settembre, infatti, l’ottimismo dei consumatori italiani è tra i più bassi al mondo, con una percentuale del 24% che si scontra con un corrispondente 41% a livello globale. Lo stesso studio rivela che la sicurezza finanziaria personale impensierisce il 38% dei rispondenti del nostro Paese e che il 42% di loro prevede un peggioramento delle proprie finanze nei prossimi mesi (contro il 30% del dato mondiale). Appena il 14%, invece, si dichiara molto fiducioso di spendere soldi nei prossimi mesi: una percentuale ben inferiore a quella globale (26%) e che solamente un anno fa si attestava al 25%. Gli italiani, quindi, sentono di avere a disposizione meno denaro e scelgono maggior prudenza nelle spese.

Molteplici canali per molteplici esigenze

Il rapporto degli italiani con istituti bancari e compagnie assicurative, come rivela l’indagine a tema finanziario, è indubbiamente caratterizzato da una sempre crescente digitalizzazione, che si sovrappone ancora, però, ai canali più tradizionali. Nell’ultimo anno le interazioni degli intervistati con la banca, infatti, sono avvenute tramite Internet (81%), di persona (76%) e via telefono (61%), una multicanalità condivisa anche con il settore assicurativo (62% online, 49% in presenza e 62% telefonicamente). Questa pluralità si declina in base alle operazioni che gli utenti devono compiere: per quelle semplici e quotidiane, come effettuare un bonifico o controllare il saldo del conto, il mezzo prediletto è quello online (l’85% e l’82%, rispettivamente, usa per questi scopi Internet o mobile app). Per i temi più complessi, al contrario, gli italiani continuano a preferire il contatto umano: 8 rispondenti su 10, ad esempio, decidono di sottoscrivere un’assicurazione sulla vita presentandosi di persona in agenzia e l’85% si reca in filiale per aprire o rinegoziare un mutuo.

La coesistenza di più canali viene giustificata anche dai vari bisogni a cui rispondono e dai benefici che comportano: se da un lato l’online è considerato comodo (70%) e veloce (62%) e permette di non recarsi in filiale (59%), dall’altro interagire di persona consente di porre domande o richiedere spiegazioni (50%) e identificare una figura di fiducia a cui rivolgersi (43%), senza dimenticare che la presenza fisica è ancora richiesta per alcune operazioni, come nota il 36% dei partecipanti al panel. Lo human touch rimane la prima scelta (lo ha indicato il 41% degli italiani) per richiedere una consulenza su svariati temi, dagli investimenti alle assicurazioni, fino ai prestiti e alle pensioni.

I metodi di pagamento preferiti tra tradizione e innovazione

Il tema della digitalizzazione si estende anche alle modalità con cui gli italiani pagano i propri acquisti. I sistemi online, infatti, vengono oggi usufruiti dal 66% dei rispondenti, affiancando quelli più “tradizionali” adottati dalla quasi la totalità dei cittadini. Mentre i secondi rimangono il metodo prediletto dagli over 55, però, sono soprattutto i panelisti tra i 25 e 44 anni a comporre la platea di utilizzatori di quelli online, evidenziando significative differenze generazionali.

È il bancomat a occupare la prima posizione: lo usano 3 italiani su 4 e il 51% lo sceglie più spesso di qualsiasi altro strumento di pagamento. Carte di credito, contanti e il servizio digitale PayPal si attestano su livelli simili tra loro, indicati rispettivamente dal 52%, 65% e 60% degli intervistati.

Sebbene sia la comodità la ragione maggiormente citata per la scelta dei pagamenti online (84%), anche la loro sicurezza ha un peso rilevante, come asserisce il 69% dei rispondenti. Altro importante driver decisionale, specie tra i più giovani, è rappresentato dai vantaggi aggiuntivi che alcuni di questi sistemi offrono, come cashback, premi e dilazione dei pagamenti: un motivo segnalato dal 38% dei partecipanti.

Educazione finanziaria: italiani bocciati

Sebbene il 31% degli intervistati abbia attualmente all’attivo degli investimenti, tale scelta appare chiaramente influenzata dal livello di reddito familiare. Questa percentuale varia, infatti, dal 12% delle famiglie con un reddito annuo lordo inferiore a 20mila euro al 54% in quei nuclei che raggiungono i 50mila euro.

Una decisione che potrebbe essere influenzata anche da un’inadeguata educazione finanziaria. Alla richiesta di autovalutare il proprio livello di preparazione in tema di investimenti, infatti, è emerso che quasi la metà dei partecipanti (47%) si reputa poco o per niente competente. Indagando i singoli prodotti finanziari si scopre, inoltre, che l’unico su cui i rispondenti si ritengono in media sufficientemente preparati è il mattone, seguito da altri ritenuti a basso rischio come le obbligazioni.

Forse anche per queste ragioni il canale preferito degli italiani per quanto riguarda gli investimenti rimane quello personale: il 75% si reca in filiale per chiedere informazioni in merito e il 65% per la loro gestione, ma cresce anche l’online (con percentuali pari al 59% e al 57%, rispettivamente), specie tra gli under 44. L’interlocutore prediletto rimane la banca, sia per la consulenza (77%) che per la gestione (80%) degli investimenti, benché i più giovani si dimostrino aperti a valutare altri attori e strumenti, come assicurazioni, società di gestione del risparmio e app di trading.

Clicca qui per scaricare il report completo.

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