Pubblicato Nov 17, 2022
Cresce il timore per le conseguenze dell’inflazione e per molti italiani è giunto il momento di intraprendere azioni concrete per preservare i propri risparmi. È uno scenario inquieto quello emerso dalla ricerca di Toluna realizzata in esclusiva per Il Sole 24 Ore, che ha indagato le sensazioni e le intenzioni delle famiglie del Bel Paese nei confronti dell’attuale situazione economica.
Una condizione che, secondo la maggior parte dei partecipanti allo studio, è destinata a perdurare: per il 94% l’inflazione (che a ottobre ha registrato un aumento dell’11,9% su base annua) si protrarrà nel tempo e l’87% è convinto che le sue conseguenze impatteranno (abbastanza o estremamente) sugli acquisti della famiglia. Una preoccupazione che non conosce distinzioni geografiche o anagrafiche: in 9 casi su 10 i rincari hanno generato pessimismo e influenzato le scelte di consumo.
I primi tentativi di resistenza all’aumento dei prezzi consistono nel rinvio o nella cancellazione di spese inizialmente programmate per il 2022. Una decisione che colpisce soprattutto le attività di intrattenimento o fuori casa: più di 4 su 10 hanno annullato o posticipato l’acquisto di beni elettronici e viaggi, quasi 5 su 10 quello di elettrodomestici o arredi. Tra i pochi che progettavano di comprare gioielli o auto solo il 7% e 9% conferma l’intenzione, mentre la metà degli intervistati rinuncia anche a nuovi capi d’abbigliamento. Dall’indagine emerge però anche un dato significativo e allarmante: tra le spese rimandate all’anno prossimo o persino cancellate, il 30% cita quelle in ambito sanitario, come dentista, interventi privati o visite di controllo.
Il prossimo futuro è segnato, per il 92% dei rispondenti, da meno vita mondana e più tempo passato in casa (come conferma il dato secondo cui le uscite per Netflix e altri contenuti in abbonamento saranno meno impattate): il 59% degli intervistati diminuirà i pasti al ristorante o prediligerà pietanze più frugali e il 64% farà viaggi più brevi oppure opterà per destinazioni più economiche o vicine. Qualche taglio coinvolgerà anche la cura della persona, come parrucchiere o palestra, indicate dal 51% del campione.
È sui prodotti alimentari, però, che gli italiani hanno percepito il maggior aumento, tanto da dirsi disposti a cambiare le proprie abitudini pur di risparmiare. Il 47% ha, infatti, iniziato a ridurre le quantità di cibi e bevande comprati e oltre 4 su 5 sostengono di prestare oggi maggiore attenzione rispetto a un anno fa ai prezzi (un importante fattore di scelta all’acquisto, come precisa il 75% dei rispondenti). Ciò si traduce nella rincorsa a soluzioni più convenienti: il 63% afferma di aver provato nuovi punti vendita alla ricerca della convenienza, mentre solamente 1 partecipante su 4 è ancora disposto a spendere di più per i propri prodotti preferiti. L’8%, infine, si dichiara più attento alle offerte rispetto a un anno prima.
L’indagine si è poi focalizzata sull’attualissimo tema del caro energia e sui gesti concreti con cui gli italiani intendono porre freno alle spese. Citate, tra questi, la sostituzione degli impianti di riscaldamento o la ristrutturazione della casa (rispettivamente dal 22% e 25%), l’installazione di pannelli fotovoltaici (28%) e il rimpiazzo di vecchi apparecchi elettronici a favore di modelli con minore consumo energetico.
Interpellati, infine, sulle eventuali iniziative di carattere istituzionale, i rispondenti si dichiarano prevalentemente favorevoli all’obbligo di ridurre le temperature del riscaldamento in uffici e negozi (72%), mentre si rivelano più restii a una simile misura per le case privare (solo il 56% concorda). 6 su 10 concorderebbero con un divieto di vendita di prodotti elettronici in classe energetica inefficiente. Poco più della metà degli italiani pare favorevole al lavoro da remoto, mentre soltanto il 35% approverebbe l’eventualità di razionamenti o divieti di utilizzo di mezzi a motore privati.
Consulta tutti gli insights dell’indagine su Info Data, il Data Blog del Sole 24 Ore.